Roberto Mancini, senza mezze misure by Marco Gaetani

Roberto Mancini, senza mezze misure by Marco Gaetani

autore:Marco Gaetani [Gaetani, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: 66THAND2ND
pubblicato: 2021-04-20T04:00:00+00:00


9. «Quella Sampdoria non c’è più»

Come si scende a patti con la sconfitta? Come riparte uno sportivo dopo la delusione più cocente della propria carriera? Da quello che appariva dalla sua immagine mostrata al mondo, Roberto Mancini non era un calciatore capace di tollerare la sconfitta. Le lacrime nel cerchio di centrocampo di Wembley se le porta addosso per settimane. La stagione, inoltre, riserva alla Sampdoria la triste passerella con la Cremonese. Triste perché poteva, doveva essere il giorno della celebrazione della Coppa appena vinta davanti ai tifosi blucerchiati, che in quelle ore sono infuriati anche – anzi, soprattutto – con l’aeroporto di Genova: tanti sono rimasti a terra nel giorno della finale, pronti a partire con il biglietto in mano. «L’aeroporto di Genova dovrebbe ritirare l’Oscar del pressappochismo, ha accettato un programma di volo che non poteva smaltire e invito i tifosi danneggiati a denunciare singolarmente alla Magistratura genovese quanto successo loro. In futuro dobbiamo risarcirli anche noi, tornando in alto» afferma Mantovani nelle ore successive alla finale.

Mancini, invece, deve raccogliere i pensieri. Ha il cuore in frantumi, per la Coppa e per la sensazione di ritrovarsi al timone di una Sampdoria che rischia di perdere la rotta. Ha pianto a Wembley, ha pianto con Vialli, ha pianto anche per Vialli. Gianluca gli ha già detto che andrà via, alla Juventus, e Roberto ha prima pensato a uno scherzo, poi cercato di trovare una soluzione. Infine, si è arreso, attraversando passo dopo passo le fasi del lutto fino ad arrivare all’accettazione.

È davvero la fine di un’epoca per la Sampdoria e per il «Vialli y Mancini», due ragazzi diventati uomini che insieme sono arrivati a un passo dal cielo. Sono i momenti fuori dal campo a dare la cifra del loro rapporto più autentico, quello che esula dal pallone. C’è un video nel quale sono entrambi seduti su un divano dalla tappezzeria improbabile, potrebbe essere il backstage di un’intervista perché entrambi hanno il microfono pinzato sulle magliette. Vialli e Mancini iniziano a cantare «siamo la coppia più bella del mondo», a Gianluca viene da ridere già nel momento in cui deve dire «un, due, tre» per dare il via al coro. Roberto finge di suonare la chitarra e canta con la faccia convinta, mentre Vialli ha lo sguardo nel vuoto per mantenere la concentrazione ed evitare di sbottare a ridere. La cessione alla Juventus non può interrompere quest’amicizia, ma il calcio italiano sta per rinunciare a uno dei più grandi spettacoli che abbia mai potuto ammirare.

Vialli confessa a Mancini dell’addio mentre sono in un ristorante. Con loro c’è Toninho Cerezo, un altro che sta per lasciare il club non per logiche di mercato ma per meri motivi anagrafici. Il campione brasiliano è uno dei pensieri fissi di Mancini: nelle poche frasi dette a caldo dopo la sconfitta di Wembley, Roberto riserva un pensiero a Cerezo, all’amarezza nel sapere che, a differenza sua, Toninho non avrà un’altra occasione per vincere la Coppa dei Campioni, lui che in finale aveva già perso nel 1984 con la maglia della Roma.



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